I semi di albicocca selvatica sono ricchi di vit. B17 conosciuta anche come ” laetrile” o “amigdalina”.
Le proprietà di questi semi sono note grazie alle ricerche effettuate sulla popolazione degli Hunza che si cibano prevalentemente di albicocche fresche e secche e i loro semi, questa popolazione è una delle più longeve del pianeta e gode di ottima salute. I maggiori benefici attribuiti ai semi di albicocca riguarderebbero le proprietà anticancro.I semi di albicocca sarebbero un vero e proprio elisir di lunga vita. La loro utilità per contrastare il cancro era già nota nell’antica Cina, oltre che in Medio Oriente. Sono infatti stati ritrovati dei documenti attribuiti all’imperatore Shen Nung e risalenti al I-II secolo A.C., nei quali erano state riportate delle ricette ottenute dall’estratto di semi di albicocca e ritenute un valido aiuto contro i tumori.
I semi di albicocca possono essere dolci o amari. I semi dolci derivano dalle albicocche che mangiamo comunemente; i semi amari, invece, provengono dalle albicocche selvatiche, piccole ed acidule. Essi sono molto simili alle mandorle sia nell’aspetto che nel sapore. E’ importante assumere i semi di albicocca con un preparato enzimatico, oppure ancora meglio, con albicocche fresche o secche; gli enzimi contenuti nel frutto, infatti, sono componenti del meccanismo di azione.
Vitamina B17 e proprietà anticancro
Le proprietà anticancro dei semi di albicocca hanno ricevuto in seguito la conferma da parte della scienza moderna e anche molte critiche. Il loro segreto consisterebbe nel contenuto di vitamina B17, anche conosciuta come amigdalina o nitriloside. Per alcuni si tratta di una sostanza in grado di inibire lo sviluppo dei tumori e delle loro metastasi. La vitamina B17, in presenza di cellule malate, agirebbe sprigionando cianuro, in grado di distruggerle. Le cellule tumorali contengono infatti un particolare enzima, assente nelle cellule sane, che permette l’attivazione dell’azione anticancro della vitamina B17. Il cancro sarebbe una malattia quasi sconosciuta alle popolazioni che seguono un’alimentazione ricca di vitamina B17. Oltre che nelle albicocche, accompagnate dall’assunzione dei loro semi, la vitamina B17 è contenuta in legumi come le fave o i piselli, nei germogli di legumi e cereali, nell’erba medica, nella lattuga, nelle rape ed in altri ortaggi e bacche.
Il sapore amaro è ottimo per preparare ricette come il marzapane o gli amaretti, ma attenzione alla quantità!!
Avvertenze!!
Il contenuto di nutrienti di noccioli di albicocca amari è principalmente caratterizzata da una varietà di minerali e aminoacidi e vitamine (magnesio, fosforo e potassio e iodio, zinco, rame o manganese e ferro, vit. B17…). Ma i noccioli di albicocca amari contengono anche una quantità importante di amigdalina (vit. B17) un glicoside cianogenetico che durante la digestione libera acido cianidrico (cianuro) altamente tossico. Il corpo può eliminarne modeste quantità tramite i processi metabolici. Ogni nocciolo contiene ca. 0.5 mg di cianuro. Nel caso di un consumo eccesivo, l’acido cianidrico può bloccare importanti enzimi della respirazione cellulare e, in casi estremi, esso può provocare un’asfissia cellulare. Negli adulti, il consumo di 30 noccioli può causare una grave intossicazione e, nei bambini, bastano solo 5 noccioli. I sintomi di una intossicazione da cianuro sono forti mal di testa, vertigini, nausea, vomito, palpitazioni cardiache, colorazione bluastra della pelle e senso di soffocamento. In casi estremi, si possono osservare coma, convulsioni e arresto cardiaco.
E’importantissimo quindi attenersi alle dosi minime di noccioli amari, per non avere effetti collaterali. Si consiglia vivamente di consumare non più di uno a due noccioli di albicocca amari al giorno.
Modalità d’uso: Adulti con peso corporeo oltre 60 kg possono prendere 1/2 noccioli al giorno ( non eccedere nella dose) Si raccomanda di assumere questi noccioli amari di albicocca con assoluta cautela, visto l’alto contenuto di laetrile in esso contenuto che può diventare letale se assunto in eccesso.