Il Meliloto è una pianta medicinale molto antica dalle molteplici applicazioni, in genere è conosciuta anche con i sinonimi di “vetturina gialla” o “erba vetturina”. Appartenente alla famiglia delle Leguminose, il Meliloto trova le sue origini in Europa e in Asia occidentale, in seguito fu naturalizzato in alcune zone a clima temperato del continente americano, nel sud degli Stati Uniti e in Argentina, in Italia cresce dalle regioni marittime a quelle submontane. Oggi è coltivato e raccolto su scala commerciale, in particolare in Europa e in Asia, a scopo medicinale e anche alimentare, un tempo inoltre, il Meliloto era impiegato come comunissima erba foraggera, sostituita in seguito dal trifoglio comune.
Il Meliloto è ancora oggi un ottimo rimedi utilizzato nella medicina naturale, svolge un’efficace azione sedativa e antispasmodica, utile nella cura di coliche del tubo digerente, in caso di spasmi gastrici, intestinali e di disturbi digestivi in generale, è ottimo contro le tossi ostinate e stizzose, aiuta a vincere l’insonnia ed esercita un’azione calmante in caso di attacchi di ansia, irritazione nervosa, nevralgie e mal di testa. È un efficace tonico per le vene e per i capillari, utilissimo in caso di varici, edemi (ritenzioni di liquidi), stanchezza delle gambe ed emorroidi, come anticoagulante, fluidificante del sangue e attivatore della circolazione, sono indicati in caso di flebite e come preventivo della trombosi venosa e arteriosa, esercita inoltre un’azione diuretica indicata per stimolare l’attività renale, è antibiotico e antinfiammatorio soprattutto in caso di affezioni delle vie urinarie. Infine per uso esterno è emolliente, decongestionante e sedativo per disturbi infiammatori della pelle e delle mucose.
Storia e tradizioni
Nell’antichità il Meliloto era detto Sertula Campana, poiché cresceva in abbondanza in Campania ed era usato per intrecciare ghirlande da mettere sul capo. Un altro uso tradizionale era di disporne alcuni fascetti nella biancheria, per allontanare le tarme.
Il nome “Meliloto” deriva dal greco méli, che significa “miele”, e lotòs, che significa “foraggio”, riferendosi al gradevole profumo di miele che emanano i suoi fiori e al fatto che spesso questa pianta veniva utilizzata come foraggio, inoltre le api gradiscono molto il nettare del Meliloto e frequentano assiduamente i suoi piccoli fiori gialli. Il primo che parlò delle proprietà terapeutiche del meliloto è stato Galeno. La scoperta della sua importanza a scopo fitoterapico è stata casuale ed è avvenuta nella prima metà del Novecento grazie all’osservazione di episodi emorragici nelle bestie al pascolo. Si è scoperto infatti che gli animali che avevano mangiato meliloto erano maggiormente predisposti alle emorragie rispetto agli altri. Nella tradizione popolare il meliloto è usato come digestivo e diuretico, ma anche come rimedio per trattare il mal di testa o per favorire il sonno.
Descrizione botanica
Pianta erbacea, biennale, che si comporta come pianta annuale se seminata all’inizio della primavera, spontanea, cresce bene in terreni incolti, calcarei, particolarmente ricchi di azoto e ben drenati, è facilmente reperibile tra le vigne, nei boschi di querce e nelle regioni calde e secche, al sole o a mezz’ombra. Si sviluppa su una grossa radice a fittone, talvolta parzialmente lignificata, i fusti di colore verde o rossastro, alti fino a 100-150 cm, sono semplici o più spesso ramificati, glabri o pubescenti, eretti o sdraiati nella porzione basale e poi ascendenti, di sezione circolare, cavi all’interno, presenta la superficie esterna costolata. Le foglie, leggermente profumate, composte di tre foglioline, di forma obovale o ovato-lanceolata, sono inserite sul fusto mediante un picciolo alla base del quale vi sono due piccole brattee di forma lineare, le foglie sono irregolarmente dentate e seghettate, di colore verdastro e con la pagina inferiore più chiara. I fiori sono riuniti in racemi, composti di 30-70 fiori ciascuno, inseriti a livello all’ascella delle foglie superiori, piccoli, di colore giallo e dal delicato profumo di miele compaiono da maggio ad agosto. Il Meliloto si riproduce per semina in primavera o in tarda estate.
Parti utilizzate
Sono impiegate le sommità fiorite essiccate e le foglie fresche o essiccate.
Principi attivi
Il principio attivo del Meliloto si trova nelle foglie e le sommità fiorite. Contengono flavonoidi, tannini e glucosidi cumarinici, che per idrolisi enzimatica, rilasciano cumarine. Tra queste quella maggiormente rappresentata è il melilotoside, il quale si trasforma poi in cumarina. il cui effetto principale è quello sul drenaggio linfatico.
La cumarina riduce significativamente la demolizione delle catecolamine, in particolare dell’adrenalina, a livello vasale, con conseguente miglioramento della capacità contrattile dei vasi sanguigni. Le catecolamine infatti sono tra i principali vasocostrittori presenti nell’organismo umano. Inoltre la pianta svolge un’azione vasoprotettiva sulle pareti delle vene, aumentandone la permeabilità, e comportandosi quindi come l’escina. Ne deriva necessariamente lo stesso campo di indicazione, principalmente nelle malattiie delle vene e nei disturbi provocati dalle varici. In questa azione i flavonoidi hanno un ruolo complementare. La pianta è perciò indicata nel trattamento dell’insufficienza venosa e linfatica, in presenza di edemi e gonfiori agli arti inferiori, ritenzione idrica, vene varicose, flebiti, gambe pesanti, emorroidi e cellulite.
- glucoside, il melilotoside che, essiccandosi, si trasforma in cumarina e in altre sostanze affini.
- flavonidi,
- mucillagini,
- colina,
- vitamina C,
- olio fissato,
- acidi e sali organici, acido melilotico.
Proprietà del meliloto
Meliloto contro l’insufficienza venosa e linfatica
Il Meliloto è una pianta indicata nel trattamento dell’insufficienza venosa e linfatica, in presenza di edemi e gonfiori agli arti inferiori. Grazie alle proprietà antinfiammatorie e antiedemigene di cui è dotato e grazie alla capacità di aumentare il reflusso venoso e linfatico l’utilizzo del meliloto ha ottenuto l’approvazione ufficiale per il trattamento dell’insufficienza linfatica, dell’insufficienza venosa cronica e dei disturbi a essa associati, come gonfiore, sensazione di gambe pesanti , dolore e crampi notturni alle gambe. Utile anche per : emorroidi, sindrome post-trombotica, tromboflebiti e congestione linfatica.
- varici, vene varicose, per migliorare la diuresi
- per prevenire la trombosi arteriosa e venosa
- flebite
- pesantezza e stanchezza alle gambe,
Apparato digerente:
- coliche del tubo digerente,
- disturbi digestivi, indigestione,
- spasmi gastrointestinali,
Apparato Nervoso:
- stati di ansia e di angoscia,
- insonnia,
- irritazione nervosa
- dolori articolari,
Inoltre:
- ferite,
- flatulenza,
- foruncoli,
- infiammazioni alle vie urinarie,
- infiammazioni del naso e della gola,
- irritazioni della pelle e delle mucose,
- mal di testa,
- nevralgie,
- tosse nervosa, ostinata e stizzosa,
Modalità d’uso
- INFUSO: 1 cucchiaio raso di meliloto foglie, 1 tazza d’acqua
Versare il meliloto nell’acqua bollente, spegnere il fuoco, coprire e lasciare in infusione per 10 min. Filtrare l’infuso e berlo, per usufruire dell’azione drenante e vasoprotettrice. - TINTURA MADRE: 30 – 40 gocce in un po’ d’acqua, 2 volte al giorno lontano dai pasti.
- ESTRATTO SECCO: 1 o 2 compresse o capsule di estratto secco (massimo 500-600 mg al giorno), 2 volte al giorno lontano dai pasti.
Controindicazioni del meliloto
In alcuni casi il meliloto può provocare nausea, talvolta accompagnata da diarrea, che compaiono in genere solo all’inizio del trattamento per poi scomparire successivamente. Non va usato in gravidanza, durante l’allattamento e nel bambini al di sotto dei 10 anni di età.