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Germogli

Vitamine e minerali ad altissime concentrazioni

germogli

Se un giorno deciderai di scoprire la forza della vita che è in te, non dovrai fare altro che fermarti a guardare un seme mentre germoglia.

I Germogli costituiscono un esempio della straordinaria capacità della Natura di produrre energia, capacità che può essere sfruttata da ogni persona per procurarsi a basso costo cibi freschi, ricchi di principi nutritivi come vitamine, enzimi ed oligoelementi  e di facile digestione.

I Germogli nella Medicina Tradizionale

Fin dall’antichità molti popoli utilizzavano i germogli come cibo rigeneratore e terapeutico e ne hanno tramandato l’uso. Già nel “Pen Tsao” o “Grande Erbario della Medicina Cinese”, circa 2700 anni a.C., il germoglio crudo di soia veniva raccomandato per edemi, dolori alle ginocchia, crampi, disturbi digestivi, polmoni “deboli”, macchie sulla pelle e malattie del cuoio capelluto e varie popolazioni asiatiche usavano i germogli come fonte vitale di enzimi, vitamine e proteine. Una popolazione della zona settentrionale dell’India, gli Hunza, citati da Plutarco e scoperti dall’esploratore inglese Robert Mc Corrison nella prima metà del Novecento, sono conosciuti per la loro alimentazione a base esclusiva di germogli (e acqua) e per il loro incredibile vigore fisico e longevità. Ai tempi dell’Antica Roma i soldati romani avevano bisogno di cibo energetico e poco ingombrante. Portavano delle sacche di stoffa intorno alla vita piene di semi di ogni specie. I semi al contatto con i corpi caldi e umidi diventavano germogli. Quando era possibile i germogli erano utilizzati per pane e focacce o mangiati semplicemente da soli.

Piccoli semi nutrivano intere legioni

In Occidente i germogli vengono sperimentati in occasioni particolari. Durante le lunghe traversate del XVIII secolo l’esploratore inglese James Cook verificò le incredibili proprietà terapeutiche dei germogli contro lo scorbuto, la malattia dovuta a mancanza di vitamina C nell’organismo, che colpiva gli equipaggi impegnati in lunghissime traversate.
Prima del succo di limone, Cook impose alla marina inglese dell’epoca una bevanda ottenuta dalla bollitura di germogli di fagioli, facili da germogliare e conservare per lunghi periodi. Anche l’esercito inglese impegnato in Medio Oriente durante la Prima Guerra Mondiale ricorse a questo semplice alimento per combattere l’insorgere dello scorbuto. La scoperta del limone come alimento capace di soddisfare il fabbisogno quotidiano di questa vitamina fece rapidamente dimenticare le miracolose proprietà dei semi germogliati.

I germogli: integratori naturali

Nessun altro genere alimentare può garantire un così alto apporto di vitamine, sali minerali, proteine con un impiego minimo di tempo, energia e risorse.

I germogli sono una vera miniera di principi nutrizionali che, soprattutto in questa epoca sovrabbondante di cibi raffinati, sterilizzati, pieni di additivi di ogni genere, costituiscono un fattore di prevenzione e di difesa dei processi vitali dell’organismo. La germogliazione permette di mangiare cereali e semi crudi , fornendo cibi ricchi, vitali e nutrienti, in cui l’energia “potenziale” contenuta nel seme si libera e si trasforma in energia assimilabile dall’organismo. Il germoglio infatti costituisce un alimento fresco, che si presta ad essere mangiato crudo, ricchissimo di nutrienti quali vitamine, enzimi, oligoelementi, aminoacidi essenziali; è facile da digerire, è privo di scarti poiché si utilizza per intero, è gustoso, è facile da preparare e conservare, ed è anche molto economico poiché dà un’ottima resa.

Il seme ha contatto con l’acqua, l’assorbe e con l’aiuto di ossigeno, calore e luce inizia il processo di germinazione. La luce permette la fotosintesi e regala ai germogli un ricchissimo contenuto di clorofilla. Durante il processo di germinazione il seme produce enzimi, sostanze vive e attive che sono responsabili della trasformazione chimica degli elementi contenuti nel seme: gli amidi vengono trasformati in zuccheri semplici, le proteine in aminoacidi, le vitamine e i sali minerali moltiplicano enormemente il loro valore. Questi enzimi donano ai germogli una energia biologica viva che può regalare all’organismo di chi li consuma una benefica rigenerazione cellulare. A differenza dei normali ortaggi che diminuiscono il loro contenuto nutritivo a partire dal momento in cui vengono raccolti, i germogli lo mantengono intatto fino al momento del loro effettivo consumo.

Il seme in fase di germinazione è infatti nel momento di massima energia che significa il massimo del suo apporto nutritivo. Le vitamine addirittura subiscono aumenti considerevoli, dal 50% al 100%, e in certi casi anche molto di più, come ad esempio la vitamina A, che può aumentare dopo 72 ore di germinazione anche del 370%. In particolare i germogli sono ricchi di vitamina B12 , cosa che può essere utile, insieme alla ricchezza in ferro, per evitare carenze qualora si segua un’alimentazione vegetariana.

Per dare un’idea della “saggezza” della Natura facciamo solo un piccolo esempio: una tazza media di ceci fornisce, grosso modo, la stessa quantità di proteine di una bistecca, oltre a una buona quantità di sali minerali e vitamine; essi sono però carenti di vitamine B12 e C ma… dopo la germinazione troviamo che queste due vitamine sono aumentate considerevolmente! Tale fenomeno non deve stupirci, infatti è abbastanza logico che nel processo di “rivitalizzazione” del chicco, quale è la germinazione, emergano caratteristiche tipiche dei vegetali freschi, come la presenza di vitamina C.

Se avete bambini convolgeteli nella preparazione dei germogli…. sarà un modo per farli entrare in contatto diretto con i segreti della natura . Per loro sarà come vivere una piccola magia, seguire l’evoluzione dal seme al germoglio  per loro è molto significativo…ed è una fonte d’ispirazione da cui si può apprendere la pazienza, l’attenzione e soprattutto l’amore per la vita e la natura.

Come  prepararli?

Si possono far germogliare quasi tutti i semi , ma iniziare potete usare il grano, la soia verde, il miglio, orzo, i ceci, i fagioli, gli azuki, la soia, le lenticchie, il riso integrale, l’avena, il girasole. Ottimi ma più difficili da preparare sono anche i semi piccoli di : alfa alfa, crescione, semi di lino.Bisogna evitare i semi delle solanacee (es. patata, pomodoro) perché contengono sostanze tossiche. Variate i semi in modo da poter usufruire delle diverse sostanze nutritizie.

E’ preferibile utilizzare semi di coltivazione biologica, quelli cioè ottenuti senza uso di concimi chimici di sintesi, di diserbanti, di anticrittogamici e altri veleni, per ovvi motivi.

Se non avete un germogliatore potete usare anche un semplice piatto, ecco come procedere:

1. Disporre i semi ben mondati e sciacquati in un piatto fondo con dell’acqua, in modo che vi restino immersi; coprirli quindi con un tovagliolo umido e lasciarli a bagno tutta la notte. Al mattino i semi vanno risciacquati ancora e disposti nuovamente sul fondo del piatto, così umidi come sono, ma senza aggiungere altra acqua; vanno nuovamente ricoperti col tovagliolo umido e lasciati germogliare al buio.

2.  I semi così predisposi vanno sciacquati due volte al giorno per i primi 2-3 giorni, poi basta una sola volta, ad eccezione dei ceci e della soia che vanno sciacquati sempre due volte, poi sempre ricoperti nel solito modo.

3.  Si ripete il procedimento per 3-5 giorni, a seconda dei semi scelti, finché i germogli avranno raggiunto una lunghezza di 3-4 centimetri, dopodiché si possono scoprire per esporli per qualche tempo alla luce, per far sì che si arricchiscano della preziosa clorofilla (circa 7-8 ore alla luce indiretta, meno se al sole, per evitare che si dissecchino). I tempi di germinazione possono variare al variare della temperatura, oltre che dipendere dal tipo di seme scelto.

Utilizzare quantità di semi non troppo elevata, perché si ha un’ottima resa e anche per avere sempre un prodotto fresco e vitale. Una volta ottenuti, i germogli vanno sciacquati delicatamente in un colino, eliminando eventuali bucce libere e semi non germogliati; si lasciano scolare per qualche minuto e si possono mettere in un contenitore di vetro con coperchio (non in busta di plastica!) e, se non si consumano tutti, si possono mettere in frigo dove si possono lasciare anche fino a 6-7 giorni, sciacquandoli però ogni due giorni.

Come utilizzarli

Una volta pronti, i germogli si consumano o da soli o in insalata conditi con un po’ d’olio e sale, oppure uniti a verdura o frutta, anche nella preparazione di frullati e puree, pasta , cereali, uniti allo yogurt, aggiunti alle minestre di verdura o agli stufati, pochi minuti prima di servirli a tavola, aggiunti al ripieno dei tortellini, all’impasto delle polpette, come condimento di pasta e riso, eccetera. Gli utilizzi possibili sono tantissimi, e sono limitati solo dalla fantasia.

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